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Vi porterei in fondo a quel molo
Diana Letizia |
Vi porterei in fondo a quel molo
tra i corpi lacerati dal sale
macchie di pelle nera
bruciata dal sole
Sulla banchina
a guardarli mentre sbarcano
delinquenti, criminali,
persone comuni, bambini e eroi
vi chiederei di distinguerli
indicare precisamente
chi merita o meno il diritto all'esistenza.
Puntando il dito contro i loro occhi
vi pregherei di dargli un nome
- Abdullah Mohammed o Sayed -
in modo da restituirgli
anche solo un'identita
che abbia senso
per il vostro comune buon senso.
Vorrei vedervi lontano
dalle poltrone dei vostri salotti
- in piedi -
lungo le vie di periferia
- In piedi -
o giusto sotto casa
a ridosso di un ponte
e chiedervi se era questa
la vita che avreste voluto
se quella che avete e un dono casuale
o siete davvero convinti
di averla guadagnata.
Guardando nelle strade delle citta d'Occidente
vorrei
- senza rancore -
- per una volta -
veder partire i fendenti dei tergicristalli
al primo semaforo
per ripulire il mondo
dalle vostre coscienze sporche.
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Poesia inedita, Diana Letizia, 2005
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